Da AVVENIRE del 12-04-2008

 «194: NESSUNO LA CAMBIERÀ»
In entrambi gli schieramenti politici maggiori che si presentano alle pros­sime elezioni si è ormai consolidata u­na linea che mette tutti d’accordo sul­la necessità di puntare alla piena ap­plicazione della 194, non alla sua a­brogazione. La pietra d’inciampo del­la 194 è stata, dunque, rimossa. Non alzare steccati sul tema dei temi, la vi­ta, è diventato un imperativo assoluto. Coloro – e io sono tra questi – che si e­rano illusi che dopo 30 anni di scem­pio legale sulla vita innocente qualcu­no prendesse a cuore l’idea di abroga­re la 194 per la sua iniquità e sostituir­la con leggi giuste a sostegno della ma­ternità e della vita, devono ricredersi. Non nascondo che mi sarei aspettato più coraggio dal Movimento per la Vi­ta. Ai candidati il MpV ha sottoposto quattro ‘obiettivi’ generici e astratti. Non solo nessuna richiesta di impe­gno di cancellazione, ma neppure di una modifica in senso restrittivo vie­tando l’aborto per motivi futili o di co­modo (situazione che secondo Tele­survey ed Eurispes è respinta come moralmente inaccettabile da oltre il 75% di italiani). Per la 194 solo una ti­mida ‘rivisitazione’. Limitandoci a chiedere una ‘rivisitazione’ non ot­terremo nulla. Chi segue, anche solo distrattamente, questa campagna e­lettorale non tarderà a capirlo: dov’è il tema della difesa della vita nelle paro­le dei politici? L’unico che con corag­gio ne ha fatto un cavallo di battaglia (anche se non spinge per la abroga­zione della 194), è Giuliano Ferrara. Il quale però, dopo essere stato magni­ficato, è stato rapidamente emargina­to da tutti. Insomma, un grande movi­mento, che rappresenta l’ultimo ba­luardo per il bambino indifeso non na­to, rischia di apparire il grande scon­fitto. Mentre le femministe (quelle su­perstiti) che da 30 anni gridano «la 194 non si tocca» possono vantare, in que­sta resa, una insperata vittoria. La 194, infatti, nessuno la toccherà. Neppure i partiti che esibiscono il ‘bollino’ di cri­stiani.

Carlo Principe

presidente Cav Benevento

Per Carlo Principe.

Grazie per la tua lettera ad AVVENIRE. E’ l’ennesima dimostrazione che la fondazione di VERITA’ e VITA non è stata una decisione soltanto opportuna, ma necessaria e obbligata.

Come abbiamo sostenuto nelle Assemblee nazionale fin dal 1999 e, soprattutto, in quella del 2000 a Cianciano, lo spirito e la lettera dello Statuto erano ormai traditi dalla linea alla quale la presidenza, non senza una vasta opera di commissariamento delle federazioni regionali, aveva finito per portare il Movimento. Una linea subordinata alle esigenze del “politically correct” e di stabili non marginali fonti di finanziamento. Quanto lontana questa linea da quella delle origini, quando, p.es., nel 1979 il magistrato Carlo Casini appena eletto come indipendente nella DC, ne contestava la “tecnica di narcotizzazione” sul tema aborto, basata su scelte del tipo “ridurre tutto l’intervento dello Stato ad una corretta gestione dei consultori e – in genere – ad un controllo della corretta applicazione della legge 194 (ma guarda!)” e “tacere il più possibile sull’argomento e – in particolare – non impegnarsi troppo in una critica dura della legge”.

Parlare poi, oggi, di Fondatore suona patetico. Il Movimento per la Vita è nato come iniziativa della base popolare, frutto della corretta laicità (quella che Benedetto XVI è costretto a richiamare in vita) di quella genuina, non clericale cultura cattolica, per la quale è la ragione e non l’appartenenza che sostiene le scelte su vita e famiglia. E fino al 1991 questa identità nativa è stata esperienza comune nella Federazione. E oggi si è arrivati alla risibilissima “rivisitabilità della legge 194”. (per inciso: nella “visita” è previsto il baciamano alle signore?). Se il già glorioso MpVI, che dovrebbe essere il referente della difesa della vita, proclama che la 194 è solo rivisitabile, cosa pretendi che facciano gli altri e in particolare i politici? Anche il bravo Giuliano Ferrara, quando ha chiesto collaborazione nei ranghi del MpV, ha finito per incontrare gente che è diventata, gradualmente e forse non del tutto consapevolmente, pro-choice. Negli USA i pro-choice sono finanziati da Rockefeller, che è uno dei promotori del controllo della popolazione, e i pro-life li considerano, giustamente, avversari.

Quanti sinceri militanti per la vita, soprattutto nei CAV ma anche gruppi MpV locali hanno sofferto e taciuto per non lacerare! Ma, ora, vediamo il prezzo per rimanere nella “casta”.

Coraggio, preghiamo e non sarà sempre così.

Silvio Ghielmi

Mario Paolo Rocchi

Membri del Comitato Verità e Vita