Scrivo questo articolo su villa viva perché vorrei rendervi partecipi, cari lettori, dell’esperienza che ho vissuto in questi giorni di ottobre. Premetto che da qualche tempo sono entrata in contatto diretto con l’associazione Papa Giovanni XXIII, fondata dal nostro caro Don Oreste Benzi. Mio marito fa parte dell’associazione da anni, impegnato nel recupero dei tossicodipendenti con ottimi risultati.
Tra i vari ambiti d’intervento in cui si snoda l’impegno dei membri, ho scelto di conoscere il servizio minori e maternità difficile. Proprio in questi giorni mi è stato chiesto se davo la disponibilità ad accompagnare una signora incinta al 5° mese di gravidanza all’ospedale S. Orsola di Bologna per effettuare un’ecografia di III° livello al suo bimbo che presenta delle malformazioni evidenti alle manine ai piedini e al cuore. Ho accettato, e martedì 22/10/08 siamo partite alla volta di Bologna, preoccupate per questa piccola vita che con le sue fragilità fisiche ci ha unite da subito.
Io sono un’infermiera e già intuivo quello che sarebbe successo, conoscendo alla perfezione i retroscena della vita ospedaliera. Ero preparata al peggio.
Ed ecco il peggio.
Abbiamo chiaramente aspettato 1ora ½ , prima di entrare,dopodiché la signora è stata invitata a sdraiarsi nel lettino in una stanza con altre pazienti come lei che hanno ascoltato per filo e per segno tutte le deformità del suo bimbo.
Inizia l’esecuzione dell’ecografia eseguita da una dottoressa tirocinante che con una indifferenza professionale le ha chiesto “quale era il problema”.
Dopo 10 minuti di racconto e di esame di prova è arrivato il dottore quello vero, che si è seduto e con la stessa indifferenza ha richiesto quale fosse il problema. Finalmente inizia l’esame, io ero preoccupata e pensavo a come potesse sentirsi questa mamma in attesa della sentenza, ma niente il dottore non parla, in compenso risponde al telefono, arriva la prima di una lunga serie di telefonate al cellulare. Finito col cellulare arriva la collega, arrabbiata perché fuori c’e tanta gente e lei deve fare la pausa pranzo, dopo la collega, arriva un ‘altro medico che parla del pz xy, finalmente l’ecografista si accorge che il bambino a qualcosa che non va. Comincia a farfugliare che occorre un esame più approfondito effettuato da un cardiologo, prende tutte le sue misure al corpicino e in tutta fretta fa scendere la signora dal lettino e ci fa accompagnare nel corridoio insieme a 30 persone in attesa. Dopo altri 20 minuti ci chiama un altro medico e, in piedi nel corridoio con le 30 persone in ascolto, ci sputa la fatidica sentenza ,”il bambino ha delle malformazioni gravi che potrebbero nascondere una patologia cromosomica o genetica di base, ma comunque si può ancora effettuare volendo l’aborto anche se il FETO era già un po’ troppo grosso, con una tranquillità disarmante. Quando io gli faccio notare che si parla di uccidere un essere umano, lui cosa risponde?”la scelta è della madre . La mia mente comincia a pensare, ora comincio a vedere le cose con più chiarezza, mi accorgo che il male è diventato una cosa normale, che parlare di omicidio di minore non fa neanche più notizia perché la legge lo giustifica e ormai anche la nostra coscienza l’ha accettato senza proteste. Però il coltello insanguinato si passa nelle mani della madre rispolverando il vecchio catino che usò pilato per lavarsi le mani. Non una parola di conforto di speranza niente. In fondo è più facile per tutti finirla subito, quello che non è affatto facile è il lato pratico della situazione, spiegato qui di seguito in forma sintetica ma chiara : far nascere il bambino vivo e lasciarlo morire, non si sa come ne in quanto tempo, sotto gli occhi della madre. Esperienza indimenticabile ragazzi!
(PAUSA DI DISGUSTO)
Più di una volta mi sono fermata a riflettere sugli abominevoli crimini perpetrati su bambini innocenti che hanno macchiato di sangue ogni epoca storica. Nella mia piccola mente di ingenua ragazza ero felice di poter far parte di una generazione impegnata nella difesa dei diritti umani, ero felice di vivere in una società che credevo estremamente attenta ai piccoli e ai deboli. Oggi, che ho superato i 35 anni mi si sono aperti gli occhi, e la realtà si è manifestata con tutta la sua crudeltà.
Per capirci voglio qui citare un po’ di numeri.
5.000.000 i bambini uccisi nel grembo materno solo in Italia, dall’approvazione della legge 194 che ha legalizzato l’aborto ,
Un miliardo in tutto il mondo.
ERODE e la sua piccola strage di bambini ci sembrerà banale.
Tutto questo avviene nel silenzio assenso totale, anche noi cristiani siamo tiepidi e indifferenti,indeboliti dal benessere, dormiamo sonni tranquilli nei nostri lettoni caldi e morbidi ,
mentre sotto il naso ogni giorno muoiono assassinati, con il nostro consenso tanti bambini.
Forse è giunto il momento di svegliarsi ed aprire gli occhi.
Faccio appello a voi mamme e papà che avete sentito il cuore palpitante dei vostri bambini battere già alla 5° settimana di gestazione. Sarebbe una buona cosa se tutti tornassimo a pensare che questo abominevole gesto non è normale e non è un bene per la donna neanche a 16 anni abortire, se tutti guardassimo in faccia al male riconoscendolo tale senza giustificarlo.
Se qualcuno poi si sente di fare qualcosa di più, le iniziative sono molteplici; dalla preghiera davanti all’ospedale il martedì mattina alle 7:00 prima che si inizino gli interventi di IVG, all’aiutare nel concreto mamme incinta ecc.
Grazie per avermi prestato attenzione Bernardi Francesca
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