È una società degenere questa che finge di preoccuparsi dei malati e dei disabili facendo di tutto per ucciderli prima che nascano. Se c’è un bambino che lotta fra la vita e la morte all’ospedale Careggi di Firenze è perché qualcuno, ritenendolo malato, ha tentato di ucciderlo provocando un parto prematuro.

Vedendolo nascere sano si è chiamato il neonatologo chiedendogli di salvarlo, procedura prevista in ogni caso dalla legge 194 che imporrebbe di salvare bimbi nati vivi dall’aborto volontario ma quasi mai attuata. Oltretutto l’ atresia dell’esofago è una malformazione curabile con un intervento non urgente di chirurgia plastica che restituisce una vita pienamente normale al bambino.

L’episodio di malasanità non sta nella diagnosi errata sullo stato di salute del bambino ma nel fatto che quel bambino sia stato strappato dalla propria madre proprio da chi doveva salvaguardarne la salute e la vita. La stessa sorte tocca a 900 bambini che ogni anno in Italia nascono vivi da un aborto oltre le 21 settimane e vengono lasciati morire senza nessuna assistenza. Questo è l’aborto cosiddetto “terapeutico”, che uccide il paziente per evitare di curarlo.

Ma è proprio vero che in Italia è stata abolita la pena di morte?
Sì, ma non per i bambini.

Don Oreste Benzi